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IBUPROFENE DRMAX*20CPS 400MG

IBUPROFENE DRMAX*20CPS 400MG

  • Marca: NUOVI PRODOTTI
  • Codice Prodotto: 048387031
  • Disponibilità: Non disponibile
  • 4,47€

Principi attivi

Ogni capsula contiene 400 mg di ibuprofene. Eccipienti con effetto noto Ogni capsula contiene 50 mg di sorbitolo (E420). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Eccipienti

Contenuto della capsula: macrogol 400 (E1521), sorbitano oleato (E494), povidone K-30, potassio idrossido (E525). Involucro della capsula: gelatina (E441), macrogol 400 (E1521), soluzione di sorbitolo (E420), trigliceridi a catena media. Lucidatura della capsula: alcol isopropilico.

Indicazioni terapeutiche

Per il trattamento sintomatico a breve termine del dolore da lieve a moderato, quale cefalea, cefalea da emicrania acuta con o senza aura, mal di denti, dolore alle lesioni dei tessuti molli, dolori mestruali, dolori articolari e ossei, nevralgia, dolori reumatici e febbre e dolore nel comune raffreddore o influenza. Ibuprofene Dr. Max è indicato negli adulti e adolescenti con peso corporeo ≥ 40 kg (di età pari e superiore ai 12 anni).

Controindicazioni/Effetti indesiderati

Ibuprofene è controindicato nei pazienti: - con ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. - che hanno mostrato in precedenza reazioni di ipersensibilità (ad es. broncospasmo, angioedema, rinite, orticaria o asma) in risposta ad acido acetilsalicilico (ASA) o altri medicinali antiinfiammatori non steroidei (FANS). - con ulcera peptica/emorragia attiva o anamnesi di ulcera peptica/emorragia ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento). - con anamnesi di emorragia gastrointestinale o di perforazione gastrointestinale, relativa a precedenti trattamenti con FANS. - con grave insufficienza epatica, grave insufficienza renale o grave insufficienza cardiaca (IV classe di NYHA) (vedere paragrafo 4.4). - con emorragia cerebrovascolare o altri tipi di emorragia attiva. - con disturbi nella formazione del sangue di origine sconosciuta. - con grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi). - durante l’ultimo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

Posologia

Posologia La dose efficace più bassa deve essere usata per il periodo più breve necessario ad alleviare i sintomi (vedere paragrafo 4.4). Adulti e adolescenti peso corporeo ≥ 40 kg (di età pari e superiore ai 12 anni): Dose iniziale: 400 mg. Se necessario, può essere assunta una dose aggiuntiva da 400 mg. L’intervallo di dose corrispondente deve essere scelto in base ai sintomi e alla dose massima giornaliera raccomandata. Questa non deve essere inferiore alle 6 ore per una dose da 400 mg. Non superare la dose di 1200 mg nell’arco di 24 ore. Per il trattamento della cefalea da emicrania la dose deve essere una capsula da 400 mg come dose singola, se necessario 400 mg con intervalli da 4 a 6 ore. Non superare la dose di 1200 mg nell’arco di 24 ore. Nel caso l’uso del medicinale negli adulti sia necessario per più di 3 giorni in caso di cefalea da emicrania o febbre o per più di 4 giorni nel trattamento del dolore, o se i sintomi peggiorano si deve consigliare al paziente di consultare un medico. Popolazione pediatrica Nel caso l’uso del medicinale, negli adolescenti (di età pari o superiore ai 12 anni) sia necessario per più di 3 giorni o se i sintomi peggiorano si deve consultare un medico. Ibuprofene Dr. Max non è raccomandato negli adolescenti di peso inferiore ai 40 kg o nei bambini al di sotto dei 12 anni di età. Popolazione anziana Non sono necessari particolari aggiustamenti della dose. Le persone anziane devono essere monitorare attentamente a causa del profilo dei possibili effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.4).Pazienti con compromissione renale Nei pazienti con danno renale da lieve a moderato non è necessaria una riduzione della dose, tuttavia è necessario fare attenzione (vedere paragrafo 4.4). Ibuprofene è controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafo 4.3). Pazienti con compromissione epatica Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica da lieve a moderata non è necessaria una riduzione della dose, tuttavia è necessario fare attenzione (vedere paragrafo 4.4). Ibuprofene è controindicato nei pazienti con grave disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.3). Modo di somministrazione Uso orale. Esclusivamente per uso a breve termine. Le capsule di ibuprofene devono essere ingerite intere con abbondante acqua. Le capsule non vanno masticate. I pazienti con stomaco sensibile devono assumere ibuprofene durante i pasti. L’assunzione di ibuprofene dopo i pasti può ritardare l’inizio dell’azione. Se ciò accade, non devono essere assunte dosi aggiuntive di ibuprofene diverse da quelle specificate al paragrafo 4.2 (Posologia), oppure fino a che non sia trascorso il corrispondente intervallo di dosaggio.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

Avvertenze

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento necessaria a controllare i sintomi (vedere gli effetti sul tratto gastrointestinale e sul sistema cardiovascolare). Durante la somministrazione di ibuprofene, è necessaria cautela in pazienti affetti dalle seguenti condizioni, che possono peggiorare: - disturbi congeniti del metabolismo della porfirina (per es. porfiria acuta intermittente), - disturbi della coagulazione del sangue (ibuprofene può prolungare la durata del sanguinamento), - direttamente dopo grandi interventi chirurgici, - Lupus Eritematoso Sistemico e malattia del tessuto connettivo mista (ad es. aumentato rischio di meningite asettica) (vedere paragrafo 4.8), - Ipertensione e/o compromissione cardiaca poiché la funzione renale può deteriorarsi (vedere paragrafi 4.3 e 4.8), - in pazienti che soffrono di febbre da fieno, polipi nasali o patologie respiratorie ostruttive croniche poiché esiste per loro un aumento del rischio di reazioni allergiche. Queste possono manifestarsi come attacchi di asma (cosiddetta asma da analgesici), edema di Quincke od orticaria, - compromissione renale da lieve a moderata, - compromissione epatica da lieve a moderata, - in pazienti che reagiscono in maniera allergica ad altre sostanze, poiché esiste per loro un aumento del rischio di reazioni di ipersensibilità anche con l’uso di ibuprofene. Popolazione pediatrica Nei bambini e negli adolescenti disidratati esiste il rischio di compromissione renale. Pazienti anziani I pazienti anziani presentano una maggiore frequenza di reazioni avverse ai FANS, in particolare emorragia e perforazione gastrointestinale che possono essere fatali. Patologie respiratorie In pazienti affetti da o con un’anamnesi di asma bronchiale o malattia allergica, il broncospasmo può precipitare. Altri FANS L’uso concomitante di ibuprofene con FANS inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi 2 aumenta il rischio di reazioni avverse e deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5). Effetti renali Compromissione renale poiché la funzione renale può deteriorarsi ulteriormente (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). In generale, l’assunzione abituale di analgesici, in particolare di una associazione di diverse sostanze analgesiche, può provocare danno renale permanente con rischio di insufficienza renale (nefropatia da analgesici). Questo rischio può aumentare in caso di sforzo fisico associato a perdita di sali e disidratazione. Pertanto, deve essere evitato. Effetti epatici Disfunzione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). È opportuno interrompere la terapia con ibuprofene quando si verifica deterioramento delle funzioni epatiche in relazione alla sua somministrazione. Di solito, dopo l’interruzione del trattamento, lo stato di salute si normalizza. È inoltre opportuno un monitoraggio occasionale della glicemia. Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari È necessaria attenzione (discutere con il medico o il farmacista) prima di iniziare il trattamento in pazienti con anamnesi di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi, ipertensione ed edema. I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (classe II-III di NYHA), cardiopatia ischemica accertata, arteriopatia periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene solo dopo attenta valutazione e devono essere evitate le dosi elevate (2400 mg/die). Analoghe considerazioni devono essere fatte prima di iniziare il trattamento a lungo termine in pazienti che presentano fattori di rischio per malattia cardiovascolare (es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo), in particolare quando sono necessarie dosi elevate di ibuprofene (2400 mg/die). Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alti dosaggi (2400 mg/die), può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad.es. infarto del miocardio o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (per es. ≤ 1200 mg/die) siano associate ad un aumentato rischio di eventi trombotici arteriosi. Fertilità femminile compromessa Per la potenziale compromissione della fertilità femminile vedere il paragrafo 4.6. Effetti gastrointestinali I FANS devono essere somministrati con cautela in pazienti con anamnesi di patologia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché queste condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8). Tutti i FANS, in qualsiasi momento del trattamento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, hanno riportato emorragia, ulcerazione e perforazione gastrointestinale, che possono essere fatali. Il rischio di emorragia, ulcerazione o perforazione gastrointestinali è più alto con dosi aumentate di FANS, in particolare in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3) e nei pazienti anziani. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la dose più bassa disponibile. La terapia di associazione con agenti protettori (ad es. misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerata per questi pazienti e, anche per pazienti che assumono basse dosi di acido acetilsalicilico o altri medicinali che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedi sotto e paragrafo 4.5). Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento. Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono medicinali concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’acido acetilsalicilico (ASA) (vedere paragrafo 4.5). Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono ibuprofene, il trattamento deve essere sospeso. Reazioni cutanee Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens- Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8). Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere a più alto rischio: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. In relazione ai prodotti a base di ibuprofene è stata segnalata pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). L’ ibuprofene deve essere interrotto alla prima comparsa di segni e sintomi di gravi reazioni cutanee, quali eruzione cutanea, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità. In casi eccezionali, la varicella può essere all’origine di gravi complicazioni cutanee e infettive dei tessuti molli. Finora, il contributo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni non può essere escluso. Pertanto, si consiglia di evitare l’uso di ibuprofene in caso di varicella. Mascheramento dei sintomi di infezioni sottostanti Ibuprofene Dr. Max può mascherare i sintomi di infezione, cosa che potrebbe ritardare l’avvio di un trattamento adeguato e peggiorare pertanto l’esito dell’infezione. Ciò è stato osservato nella polmonite batterica acquisita in comunità e nelle complicanze batteriche della varicella. Quando Ibuprofene Dr. Max è somministrato per il sollievo dalla febbre o dal dolore correlati a infezione, è consigliato il monitoraggio dell’infezione. In contesti non ospedalieri, il paziente deve rivolgersi al medico se i sintomi persistono o peggiorano. Altre annotazioni Molto raramente sono state osservate reazioni acute gravi di ipersensibilità (ad esempio shock anafilattico). Ai primi segni di reazione di ipersensibilità dopo l’assunzione/somministrazione di ibuprofene la terapia deve essere interrotta. Devono essere intraprese le misure necessarie dal punto di vista medico da personale specializzato in linea con i sintomi. L’ibuprofene può inibire temporaneamente la funzione piastrinica nel sangue (aggregazione dei trombociti). Pertanto, si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti con i disturbi della coagulazione. In caso di somministrazione prolungata di ibuprofene è necessario un controllo regolare dei valori del fegato, della funzione renale e della conta ematica. L’uso prolungato di qualsiasi antidolorifico per la cefalea può peggiorarla. Se questa situazione si manifesta o si sospetta, si deve chiedere consiglio al medico e il trattamento deve essere interrotto. La diagnosi di cefalea da abuso di medicinali (MOH) deve essere sospettata in pazienti che hanno cefalea frequente o giornaliera nonostante (o a causa di) uso regolare di medicinali per la cefalea. La MOH non deve essere trattata aumentando il dosaggio del medicinale. Durante il trattamento con ibuprofene sono stati osservati alcuni casi con sintomi di meningite asettica, quali collo rigido, cefalea, nausea, vomito, febbre e disorientamento in pazienti con disturbi auto-immuni esistenti (quali lupus eritematoso sistemico, malattia del tessuto connettivo mista). Il consumo di alcol deve essere evitato poiché può intensificare gli effetti indesiderati dei FANS, specialmente quelli che riguardano il tratto gastrointestinale o il sistema nervoso centrale. I pazienti in trattamento con ibuprofene devono riferire al medico segni o sintomi di ulcerazione o emorragia gastrointestinale, visione offuscata o altri sintomi oculari, eruzione cutanea, aumento di peso o edema. Se compaiono problemi visivi, visione offuscata, scotoma o malfunzionamento della percezione dei colori, è necessario interrompere il trattamento. Sorbitolo Questo medicinale contiene 50 mg di sorbitolo per capsula. L'effetto additivo della co-somministrazione di medicinali contenenti sorbitolo (o fruttosio) e l'assunzione giornaliera di sorbitolo (o fruttosio) con la dieta deve essere considerato. Il contenuto di sorbitolo in medicinali per uso orale può modificare la biodisponibilità di altri medicinali per uso orale co-somministrati.

Interazioni

Ibuprofene deve essere evitato in associazione con: Altri FANS inclusi gli inibitori selettivi della ciclo-ossigenasi 2 La somministrazione concomitante di ibuprofene con altri FANS inclusi gli inibitori selettivi della ciclo- ossigenasi 2 aumenta il rischio di reazioni avverse e deve essere evitata. Acido acetilsalicilico La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti avversi (vedere paragrafo 4.4). Dati sperimentali suggeriscono che, in caso di somministrazione concomitante, ibuprofene può inibire in maniera competitiva l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica. Nonostante le incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non può essere escluso che l’uso regolare di ibuprofene a lungo termine possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante viene considerato probabile in seguito ad uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1). Anticoagulanti I FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti, come il warfarin (vedere paragrafo 4.4). Diuretici, ACE inibitori, beta-bloccanti e antagonisti dell’angiotensina II I FANS possono ridurre l’effetto dei diuretici e di altri medicinali antipertensivi. In alcuni pazienti con funzione renale compromessa (per esempio pazienti disidratati o pazienti anziani con funzione renale compromessa), la somministrazione concomitante di ACE inibitori, beta-bloccanti o antagonisti dell’angiotensina II e agenti che inibiscono la ciclo-ossigenasi possono causare un ulteriore deterioramento della funzione renale, inclusa la possibile insufficienza renale acuta, che solitamente è reversibile. Pertanto, l’associazione deve quindi essere somministrata con cautela, specialmente nei pazienti anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante e ad intervalli regolari durante il trattamento. Diuretici risparmiatori di potassio La somministrazione concomitante di ibuprofene e di diuretici risparmiatori di potassio può portare a iperkaliemia (si raccomanda il controllo del potassio sierico). Corticosteroidi Aumento del rischio di reazioni avverse, soprattutto del tratto gastrointestinale (ulcerazione o emorragia gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4)). Agenti anti-piastrinici e inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRIs) Aumento del rischio di emorragia gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4). Digossina I FANS possono esacerbare l’insufficienza cardiaca, ridurre la velocità di filtrazione glomerulare (GFR) e aumentare i livelli di digossina plasmatica. Il controllo della digossina sierica di norma non è richiesto con il corretto uso (al massimo per 4 giorni). Fenitoina L’uso concomitante di ibuprofene con prodotti a base di fenitoina può aumentare i livelli sierici di fenitoina. Il controllo della digossina sierica di norma non è richiesto con il corretto uso (al massimo per 4 giorni). Litio Ci sono evidenze di potenziali aumenti dei livelli plasmatici di litio. Il controllo del litio sierico di norma non è richiesto con il corretto uso (al massimo per 4 giorni). Metotrexato La somministrazione di ibuprofene nell’arco delle 24 ore precedenti o successive alla somministrazione di metotrexato può portare a elevate concentrazioni di metotrexato ed a un aumento del suo effetto tossico. Ciclosporina Il rischio di un effetto dannoso per il rene dovuto alla ciclosporina viene aumentato con la somministrazione concomitante di alcuni medicinali antinfiammatori non steroidei. Questo effetto non può essere escluso nemmeno per l’associazione di ciclosporina con ibuprofene. Mifepristone I FANS non devono essere usati per 8-12 giorni dopo la somministrazione di mifepristone, poiché i FANS possono ridurre l’effetto di mifepristone. Sulfinpirazone I medicinali che contengono sulfinpirazone possono ritardare l’escrezione di ibuprofene. Probenecid I medicinali che contengono probenecid possono ridurre la clearance dei FANS e possono aumentare la loro concentrazione sierica.Tacrolimus Possibile aumento del rischio di nefrotossicità quando i FANS sono somministrati con tacrolimus. Zidovudina Aumento del rischio di tossicità ematologica quando i FANS vengono somministrati con zidovudina. Si raccomanda la conta ematica 1-2 settimane dopo aver iniziato l’uso concomitante. Ci sono indicazioni di un aumento del rischio di emartrosi ed ematoma in pazienti HIV positivi con emofilia in trattamento concomitante con zidovudina e ibuprofene. Sulfaniluree I FANS possono aumentare o diminuire gli effetti ipoglicemici delle sulfaniluree. Si consiglia cautela in caso di trattamento simultaneo. Antibiotici chinolonici Dati provenienti dagli studi su animali indicano che i FANS possono aumentare il rischio di convulsioni associate agli antibiotici chinolonici. I pazienti che assumono FANS e chinoloni possono avere un rischio aumentato di sviluppare convulsioni. Aminoglicosidici I FANS possono ridurre l’escrezione di aminoglicosidici. Alcol, bifosfonati, oxpentifillina (pentoxifillina) e sulfinpirazone Possono potenziare gli effetti indesiderati gastrointestinali e il rischio di sanguinamento e ulcerazione. Baclofen Tossicità elevata di baclofen. Ginkgo biloba L’uso concomitante di FANS con estratto di ginkgo biloba può aumentare il rischio di sanguinamento. Inibitori di CYP2C9 La co-somministrazione di ibuprofene con inibitori del CYP2C9 può aumentare l’esposizione a ibuprofene (un substrato del CYP2C9). In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori del CYP2C9) è stata osservata una aumentata esposizione a S(+)-ibuprofene di circa 80-100%. Si deve considerare un aggiustamento della dose di ibuprofene quando vengono somministrati potenti inibitori di CYP2C9 in concomitanza, in particolare quando si assumono dosi elevate di voriconazolo e fluconazolo.

Effetti indesiderati

Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4). Dopo somministrazione sono stati riportati nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatite ulcerativa, esacerbazione di colite e del morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4). Meno frequentemente sono state osservate gastriti. Gli effetti indesiderati sono per la maggior parte dose-dipendenti e variano a livello individuale. Specialmente il rischio di insorgenza di emorragia gastrointestinale dipende dall’intervallo della dose e dalla durata del trattamento. Per altri fattori di rischio noti, vedere paragrafo 4.4. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specie ad alte dosi (2400 mg al giorno) e per trattamenti a lungo termine può essere associato a un leggero aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto miocardico o ictus) (vedere paragrafo 4.4). In associazione al trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Alcuni degli effetti indesiderati menzionati sotto sono meno frequenti quando la dose massima giornaliera è di 1200 mg rispetto alla terapia a dosi elevate nei pazienti affetti da reumatismo. Le seguenti reazioni avverse sono possibilmente correlate a ibuprofene e sono presentate secondo la convenzione di frequenza e la classificazione per sistemi e organi di MedDRA. I gruppi di frequenza sono classificati secondo le seguenti convenzioni: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100, <1/10), Non comune (≥1/1.000, <1/100), Raro (≥1/10.000, <1/1.000), Molto raro (<1/10.000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) # Vedere “Descrizione di alcune reazioni avverse” di seguito. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: disturbi emopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi).# Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazioni di ipersensibilità quali orticaria, prurito, porpora ed esantema, nonché attacchi d’asma (a volte con ipotensione) (vedere paragrafo 4.4.); Raro: sindrome da lupus eritematoso; Molto raro: gravi reazioni di ipersensibilità. I sintomi possono includere: edema del volto, gonfiore della lingua, gonfiore interno della laringe con ostruzione delle vie aeree, dispnea, tachicardia, calo della pressione arteriosa fino a shock pericoloso per la vita (vedere paragrafo 4.4.). Esacerbazione di infiammazioni correlate a infezione (ad es. sviluppo di fascite necrotizzante) che coincide con l’uso di medicinali antinfiammatori non steroidei.# Disturbi psichiatrici. Raro: depressione, confusione, allucinazioni, reazioni psicotiche. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea (vedere paragrafo 4.4), sonnolenza, vertigini, affaticamento, agitazione, capogiro, insonnia, irritabilità; Molto raro: meningite asettica.# Patologie dell’occhio. Non comune: disturbi visivi;# Raro: ambliopia tossica. Patologie dell’orecchio e del labirinto. Raro: tinnito. Patologie cardiache. Molto raro: palpitazioni, insufficienza cardiaca (vedere paragrafo 4.4), infarto miocardico, edema polmonare acuto, edema (vedere paragrafo 4.4). Patologie vascolari. Molto raro: ipertensione arteriosa (vedere paragrafo 4.4). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: rinite, broncospasmo. Patologie gastrointestinali. Molto comune: disturbi gastrointestinali come pirosi, dispepsia, dolore addominale e nausea, vomito, flatulenza, diarrea, stipsi; Comune: ulcere gastrointestinali, potenzialmente con emorragia e perforazione (vedere paragrafo 4.4), perdite di sangue occulto che possono portare ad anemia, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, colite, esacerbazione di malattia infiammatoria dell’intestino, complicazioni dei diverticoli del colon (perforazione, fistola); Non comune: gastrite, Molto raro: esofagite, pancreatite, restringimenti intestinali. Patologie epatobiliari. Molto raro: disfunzione epatica, danno epatico soprattutto nell’uso a lungo termine, insufficienza epatica, epatite acuta, ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: fotosensibilità; Molto raro: gravi forme di reazioni cutanee (eritema multiforme, dermatite esfoliativa, reazioni bollose, inclusa sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica), alopecia, fascite necrotizzante (vedere paragrafo 4.4). Durante un’infezione di varicella possono verificarsi gravi infezioni della pelle con complicanze dei tessuti molli; Non nota: reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS), pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). Patologie renali e urinarie. Non comune: sviluppo di edema, specialmente in pazienti con ipertensione arteriosa o insufficienza renale, sindrome nefrosica, nefrite interstiziale che può essere associata a insufficienza renale;# Raro: necrosi papillare renale# Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali. Molto raro: disturbi mestruali. Esami diagnostici. Raro: aumento di azoto ureico nel sangue, transaminasi sieriche e fosfatasi alcalina, riduzione dei valori di emoglobina ed ematocrito, inibizione dell’aggregazione piastrinica, tempo di protrombina prolungato, riduzione del calcio sierico, aumento dell’acido urico sierico. Descrizione di alcune reazioni avverse. Patologie del sistema emolinfopoietico I primi segni o sintomi possono includere: febbre, mal di gola, ferite superficiali in bocca, sintomi simil- influenzali, forte stanchezza, epistassi e sanguinamento cutaneo. Queste discrasie ematiche possono verificarsi in particolare dopo l’uso a lungo termine di dosi elevate. In una terapia a lungo termine, la conta ematica deve essere controllata regolarmente (vedere paragrafo 4.4). Disturbi del sistema immunitario Può essere connesso al meccanismo d’azione dei FANS. Se, durante la somministrazione di ibuprofene, si verificano o si aggravano segni di un’infezione, si raccomanda ai pazienti di vedere un medico immediatamente. Si devono eseguire dei test per avere indicazioni sull’introduzione di una terapia anti- infezione/antibiotica. Patologie del sistema nervoso Durante il trattamento con ibuprofene, sono stati osservati sintomi di meningite asettica, quali collo rigido, cefalea, nausea, vomito, febbre o annebbiamento della coscienza. I pazienti con disturbi autoimmuni del collagene (LES, malattia del tessuto connettivo mista) sembrano essere predisposti. Patologie dell’occhio Sono stati osservati disturbi oculari reversibili, quali ambliopia tossica, visione offuscata e alterazioni nella percezione dei colori. In caso di tali reazioni l’uso di ibuprofene deve essere interrotto. Patologie renali e urinarie Possono verificarsi vari gradi di compromissione della funzione renale, in particolare durante l’uso a lungo termine di dosi elevate. Un’improvvisa riduzione nella compromissione renale può inoltre essere associata a una reazione d’ipersensibilità generalizzata. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Sovradosaggio

Nei bambini l’ingestione di oltre 400 mg/kg può causare dei sintomi. Negli adulti l’effetto di risposta alla dose non è chiaramente definito. L’emivita nel sovradosaggio è di 1,5-3 ore. Sintomi Gran parte dei pazienti che ha ingerito quantità clinicamente importanti di FANS non sviluppa nulla più di nausea, vomito, dolore epigastrico o molto raramente diarrea. Sono inoltre possibili tinnito, cefalea ed emorragia gastrointestinale. In caso di avvelenamento più grave, si osserva tossicità nel sistema nervoso centrale, che si manifesta come sonnolenza, ed occasionalmente eccitazione e disorientamento, perdita di coscienza (nei bambini anche crisi miocloniche) o coma. Occasionalmente i pazienti sviluppano convulsioni. In caso di avvelenamento grave può verificarsi acidosi metabolica e il tempo di protrombina/INR può essere prolungato, probabilmente a causa dell’interferenza con le azioni dei fattori circolanti della coagulazione. Possono verificarsi insufficienza renale acuta e danno epatico. Nei pazienti asmatici è possibile l’esacerbazione dell’asma. Sono inoltre possibili ipotensione, depressione respiratoria e cianosi. Trattamento La gestione deve essere sintomatica e di supporto e includere il mantenimento della pervietà delle vie aree e il monitoraggio dei segni cardiaci e vitali fino a che non siano stabili. Lo svuotamento gastrico o la somministrazione orale di carbone attivo sono indicati se il paziente si presenta entro un’ora dall’ingestione di oltre 400 mg per kg di peso corporeo. Se ibuprofene è già stato assorbito, devono essere somministrate sostanze alcaline per promuovere l’escrezione di ibuprofene nelle urine. Se frequenti o prolungate, le convulsioni devono essere trattate con diazepam o lorazepam per endovena. Somministrare broncodilatatori per l’asma. Non è disponibile un antidoto specifico.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. I dati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. È stato ritenuto che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi delle prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali cui erano stati somministrati inibitori della sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Dalla 20a settimana di gravidanza in poi, l’utilizzo di ibuprofene potrebbe causare oligoidramnios derivante da disfunzione renale fetale. Questa condizione potrebbe essere riscontrata poco dopo l’inizio del trattamento ed è in genere reversibile con l’interruzione del trattamento. Inoltre, ci sono state segnalazioni di costrizione del dotto arterioso a seguito del trattamento nel secondo trimestre, la maggior parte delle quali si è risolta dopo l'interruzione del trattamento. Pertanto durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se ibuprofene è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. In seguito all’esposizione ad ibuprofene per diversi giorni dalla 20a settimana di gestazione in poi, dovrebbe essere considerato un monitoraggio antenatale dell’oligoidramnios e della costrizione del dotto arterioso. In caso di oligoidramnios o di costrizione del dotto arterioso, il trattamento con ibuprofene deve essere interrotto. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicità cardiopolmonare (costrizione/chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); - disfunzione renale (vedere sopra); la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: - possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere a dosi molto basse; - inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Allattamento Ibuprofene e dei suoi metaboliti passano nel latte materno in basse concentrazioni. Fino ad oggi non sono noti effetti dannosi nei lattanti. Pertanto, ibuprofene può essere usato durante l’allattamento a breve termine e alle dosi raccomandate per il trattamento del dolore e della febbre. Non è stata stabilita la sicurezza dopo l’uso a lungo termine. Fertilità Vi sono limitate evidenze che i medicinali che inibiscono la sintesi della cicloossigenasi/prostaglandine possano causare compromissione della fertilità femminile tramite effetti sull’ovulazione. Questo è reversibile con l’interruzione del trattamento.